L’anno che verrà
Nei primi mesi della pandemia, mi è spesso tornato in mente un verso dell’Eneide: apparent rari nantes in gurgite vasto, appaiono pochi naufraghi nel vasto gorgo. Un verso potente, attraverso cui Virgilio descrive la terribile tempesta che scuote le navi di Enea in fuga dalla caduta di Troia.
In quei giorni di incertezza, la nostra dimensione sociale, sentirsi parte di un’intelligenza collettiva che nell’incontro e nel dialogo costruisce senso, è stata improvvisamente lacerata dalla violenza inattesa della crisi sanitaria. Come i marinai troiani, siamo stati gettati nel vasto gorgo, eppure non abbiamo ceduto alla rassegnazione, al silenzio. Nel volgere di pochi giorni, ciascuno di noi ha dato vita ad iniziative che fossero l’occasione per riportare insieme le nostre comunità. Alla cupezza della pandemia, abbiamo contrapposto la vitalità di chi lavora per il cambiamento, per contrastare le nuove disuguaglianze, per restituire speranza a chi l’ha smarrita. Questa potenza sta interpellando lo status quo; come ha scritto Papa Francesco nell’ultima enciclica, Fratelli Tutti, chi pensa sia possibile tornare a far funzionare ciò che c’era prima, cercando di “migliorare i sistemi e le regole già esistenti, sta negando la realtà.”. La sfida è questa ed il tempo è questo: ridisegnare insieme i principi sui quali vogliamo si fondi la nuova realtà. La vecchia realtà ha incrementato le disuguaglianze, alimentato risentimento, allontano gli individui, la nuova realtà dovrà ridurre quelle inaccettabili differenze, affermare il paradigma della collaborazione, avvicinare gli individui. Da oltre 40 anni, Ashoka lavora per promuovere il cambiamento, lo abbiamo fatto selezionando e supportando individui straordinari, eppure abbiamo compreso che questo sforzo non è sufficiente. Abbiamo un’aspirazione: promuovere una comunità del cambiamento che veda, accanto ai nostri fellows, giovani, scuole, organizzazioni sociali, imprese, donatori, media, istituzioni che insieme possano contribuire a definire i meccanismi di funzionamento della nuova realtà. Qualche tempo addietro sarei stato più cauto, ma guardandoci attorno non possiamo non scorgere la forza trasformatrice che sta agendo, lenta ma inesorabile, per il cambiamento. L’esperienza dell’Ashoka Changemaker Summit e dell’Economy of Francesco, appena conclusi, dimostrano che siamo più pronti di quanto pensiamo. Nel corso dell’Ashoka Summit, abbiamo incontrato giovani straordinari che stanno lavorando per cambiare le loro comunità, dobbiamo ascoltare le loro voci, farci da una parte affinché possano essere protagonisti nel definire le regole del gioco nel quale si muoveranno nei prossimi decenni. Abbiamo dialogato con imprese e abbiamo capito che creare valore sociale è la condizione per assicurare la sostenibilità del business. Abbiamo dato voce a decine di docenti visionari e abbiamo capito che l’innovazione è la forza per cambiare una scuola che deve essere cambiata. Abbiamo coinvolto il mondo della filantropia, dobbiamo dar vita a nuove modalità di sostegno e nuove relazioni per raggiungere obiettivi comuni. L’anno che verrà sarà cruciale per capire se la strada intrapresa ci porterà di nuovo da dove siamo partiti, quasi fosse un beffardo gioco dell’oca, oppure andremo altrove, nella nuova realtà.